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L'eccidio di Cadibona
Indagini su un episodio di violenza postbellica dimenticato (1945-1959)
L'11 maggio 1945 trentotto prigionieri politici fascisti, appartenenti alle disciolte formazioni della Repubblica Sociale Italiana, vennero uccisi in una localitą a breve distanza dall'abitato di Cadibona (SV), lungo la strada statale che conduce alla galleria di Altare.
Questi uomini facevano parte di un gruppo di 52 detenuti che, partiti dalle carceri di Alessandria, dovevano essere portati a Savona dove sarebbero stati giudicati dalla corte di assise straordinaria. Durante il trasferimento furono scortati da cinque agenti di pubblica sicurezza, tre sottufficiali e due guardie, tutti ex partigiani.
I membri della scorta divennero immediatamente i principali sospettati, ma questi accusarono a loro volta un gruppo di partigiani locali a loro sconosciuti. Dopo pił di 14 anni di indagini, nel 1959, tutti gli imputati vennero amnistiati.
Quali furono le cause dell'eccidio di Cadibona? E chi furono gli esecutori materiali? L'uccisione fu una iniziativa autonoma dei membri della scorta? Oppure durante il viaggio questi ricevettero egli ordini dai loro superiori della Questura di Savona? Gli assassini avevano subito di persona torti dai prigionieri durante l'occupazione nazifascista e per questo si erano voluti vendicare? O forse chi li uccise volle solamente impossessarsi dei loro averi?
Questo libro ha lo scopo di ricostruire i fatti e le motivazioni che portarono all'esecuzione illegale dei prigionieri politici attraverso i documenti conservati negli Archivi di Stato. Circa 700 pagine fra rapporti, testimonianze, trasferimenti, rettifiche e contraddizioni. Una sentenza. E nessun colpevole.